Sarà realizzato un laboratorio per dare risposta da un lato ai bisogni dei giovani di trattare le problematiche affettive e relazionali che vivono quotidianamente con gli amici, in famiglia, a scuola con il ragazzo/a e dall’altro ai bisogni di confronto sulle tematiche della famiglia ai genitori che si trovano a confrontarsi quotidianamente con problemi di coppia o di comunicazione con i figli, sensibilizzando gli attori verso un tema molto profondo e delicato come quello della violenza di genere. 

Si vuole sviluppare la capacità di costruire sentimenti e di mettersi nel punto di vista dell’altro, aumentando la comprensione dei vissuti, sviluppando autentici sentimenti di amicizia reciproca, costruendo relazioni positive di coppia. Si vuole altresì, per gli adulti, sviluppare i momenti di incontro autentico dentro la famiglia, aumentare le competenze comunicative ed educative, costruire relazioni positive di coppia, aumentare le affinità tra il maschile e il femminile, liberare la maternità e la paternità che è in ciascuno.

La violenza di genere è un fenomeno ampiamente diffuso. Retaggi storici e stereotipi alimentano violenze psicologiche, fisiche e sessuali che interessano le donne in quanto appartenenti ad un genere diverso da quello maschile. La violenza contro le donne è un problema sociale profondamente radicato nella nostra cultura e che richiede un cambio di paradigma. Vista l’entità del fenomeno risulta assolutamente necessario informare le giovani generazioni per sensibilizzarle e renderle capaci di riconoscere, affrontare, denunciare ogni forma di violenza contro le donne e prevenire il riprodursi di modelli comportamentali violenti da parte dalle giovani generazioni.

La preadolescenza e l’adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono peculiari processi di trasformazione che investono il soggetto nella sua globalità.

Le scuole e gli altri centri di istruzione sono una componente fondamentale della vita dei giovani e uno dei principali contesti in cui si svolge la socializzazione di genere, così come i luoghi in cui si formano e si rafforzano i comportamenti verso sé stessi e gli altri.

Il percorso di conoscenza e consapevolezza degli stereotipi non può, quindi, che influire profondamente e positivamente sulla crescita dei giovani e offrire uno stimolo al cambiamento.

L’obiettivo del progetto è di realizzare attività di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere.  

Gli interventi che si rivolgono ai giovani saranno proposti nelle scuole, enti ed associazioni di promozione sociale.

Dare voce e spazio a riflessioni e confronti sugli stereotipi di genere e sulla violenza da la possibilità ai ragazzi di sviluppare conoscenze e competenze necessarie per vivere una vita sana e responsabile  e vivere modelli di relazione basati sul rispetto reciproco fra i sessi.

In particolare i laboratori di educazione all’affettività mirano:

– riconoscere gli stereotipi di genere;

– identificare e sfatare i miti comuni sulla violenza di genere;

– riconoscere le diverse forme di violenza;

– favorire l’autenticità nei confronti di se stessi e nel rapporto con gli altri nel rispetto della diversità, dei valori e della storia di ciascuno.

I laboratori saranno caratterizzati tutti dalla presenza di più sotto fasi:

1) i ragazzi saranno accompagnati, con l’ausilio di un video, nella conoscenza ed esplorazione degli stereotipi di genere creati e rafforzati dalla società inclusi i media. 30 minuti

2) I partecipanti potranno esplorare alcune credenze comuni sulla violenza. 

Lo scopo di questa attività è quello di valutare se queste convinzioni sono fatti reali oppure miti.40 minuti 

3) Riconoscere le diverse forme di violenza. 

Comprensione della violenza di genere, quali forme esistono e quando accade. 40 minuti

4) Comprendere il diritto di essere rispettati e di rispettare l’altro.

Stimolare la riflessione sui diversi modi di esprimere l’affetto e di mettersi in relazione con l’altro. L’attività prende avvio attraverso un brainstorming in cui ogni ragazzo esprimerà il significato personale di vivere una buona relazione con l’altro. 30 minuti

I laboratori si rivolgono, in prima istanza, agli adolescenti. Più in generale il progetto si rivolge agli adulti  facenti parte della collettività umana che è coinvolta in questo fenomeno. Cambiare prospettiva significa sensibilizzare e dar vita ad azioni di prevenzione e di stimolo alla costruzione di una cultura della non violenza, a partire dalla famiglia e dalla scuola in quanto istituzioni che maggiormente concorrono alla trasmissione culturale e valoriale.

I laboratori mirano a ridurre l’incidenza e l’impatto della violenza di genere nella società e nella vita dei ragazzi attraverso la conoscenza e la comprensione della violenza di genere e aiutando  a riconoscere il diritto di essere trattati con rispetto e la  responsabilità di ognuno di valorizzare e rispettare gli altri.

Tutti saranno condotti in gruppo al fine di migliorare e favorire la relazione tra i partecipanti e creare un clima di serenità rispetto ai temi trattati. L’approccio adottato sarà attivo e finalizzato al coinvolgimento dei ragazzi.

Sulla base delle esigenze emergenti in ogni gruppo ci saranno proposte di video, attività, lavori e discussioni di gruppo al fine di rendere i ragazzi protagonisti attivi.

I laboratori avranno una durata media di 180 minuti.

I laboratori di educazione all’affettività rivolti a giovani ed adulti verranno gestiti da un gruppo di lavoro composto da:

  • pedagogista che sarà responsabile delle  attività di educazione e formazione nelle scuole e nei laboratori per la prevenzione alle violenze e per l’integrazione sociale;
  • psicologo che si occuperà della formazione per la tutela delle vittime di violenza e per l’educazione contro le discriminazioni a favore dell’integrazione sociale;
  • avvocato, esperta in diritto di famiglia e penale che si occuperà della formazione all’orientamento giuridico ed istituzionale per la tutela contro discriminazioni e violenze di genere;
  • esperto in comunicazione (avvocato, esperta in promozione sociale e attività di integrazione sociale) che svolgerà gli incontri per promuovere le attività di mediazione sociale sia nel pubblico che nel privato. Inoltre dirigerà le attività negli incontri nelle scuole e nei laboratori.
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